Tra tutti gli impianti ottocenteschi dell’antica contrada dei Teracati di Siracusa, dove i giardini privati con le aiuole regolari di impianto tradizionale hanno mantenuto l’uso arabo di assemblare moltissime piante di specie diverse in piccoli spazi, Villa Reimann, primeggia ancora oggi per l’originalità nella composizione architettonica e soprattutto per la qualità e quantità di specie vegetali esotiche ospitate.

Il parco attuale  della villa si estende per circa 16.000 mq  ed  è meno della metà della superficie originaria; è circondato da una ventiera di cipressi e olivi che lo proteggono dal contesto, fortemente urbanizzato e caotico.

Alla Reimann si devono   l’importazione, l’acclimatazione e la coltivazione delle numerose ed originali piante succulente e tropicali ancora oggi ospitate nel giardino esotico che si sviluppa a Sud, di tipo collezionistico, composto da una doppia serie di aiuole circolari, con al centro una fontana che ha mantenuto nel tempo il fascino dello schema classico dei giardini all'italiana disposte  attorno ad una gradinata a chiocciola che porta al belvedere della Villa alla sommità di una collinetta artificiale in pietra a secco dove è costruito un gazebo in legno dal quale si gode un panorama unico;  una serie di fontane, vasche e pozzi ed infine una serie di aree arredate con vasi, tavolini, panchine in pietra e viali con colonnine ispirate alla mitologia greca. A nord dell’abitazione, si trova l’impianto a sesto regolare del “giardino delle esperidi” ossia  un agrumeto con circa 700 alberi di arancio, limone e mandarino, che si avvale di un capillare sistema di distribuzione dell’acqua di irrigazione costituito dalle saje, condotte a cielo aperto, sullo stile arabo. L'agrumeto curato personalmente dalla gentildonna venne reso produttivo con l'introduzione della cultivar locale che prende il nome di limone Femminello di Siracusa, oggi conosciutissimo.

Le collezioni botaniche disposte all’aperto in piena terra ed in vaso, comprendono circa 200 specie e oltre mille individui vegetali di interesse scientifico, didattico, naturalistico e turistico. Le piante succulente sono il 30 % del totale, e appartengono alle famiglie delle Agavacee, Apocynacee, Cactee, Crassulacee, Mesembrianthemacee, Euphorbiacee, Liliacee. Di rilievo sono anche le Palme e le Cicadacee con i generi Chamaedorea, Chamaerops, Erithea, Howeia, Jubaea, Livistona, Phoenix, Sabal, Trachycarpus, Washingtonia e Cycas. Le famiglie più rappresentative del gruppo di alberi, arbusti ed erbacee per uso ornamentale (il 50% dell’intera consistenza botanica) sono Anacardiacee, Apocynacee, Aracee, Araliacee, Araucariacee, Bignoniacee, Musacee, Caesalpiniacee, Cupressacee, Caprifoliacee, Moracee, Malvacee, Pinacee, Geraniacee,  Tamaricacee, Verbenacee. Alle collezioni si possono aggiungere anche gli agrumi (aranci, limoni, mandarini, bergamotti, pompelmi), gli ulivi e gli alberi da frutto mediterranei (mandorli, susini, fichi, albicocchi, melograni) e tropicali (syzigium, aberia, feijoa, kaki nespolo del Giappone), tutte specie originarie di regioni il cui clima subtropicale è simile a quello termomediterraneo secco della fascia costiera siciliana.

Le ottime condizioni pedoclimatiche del luogo costituiscono un contesto speciale che consente ad alcune piante di raggiungere dimensioni e sviluppo che non hanno nulla da invidiare agli individui delle popolazioni naturali (howeja forsteriana, strelitzia augusta, plumeria rubra, chamaedorea splendens, aberia caffri, akocantera spectabilis).

Le osservazioni sull’impianto vegetale confermano nel secolo XIX, la predilezione quasi ossessiva per l’esotico e il dispregio delle specie indigene e/o naturalizzate europee.

Mentre in Europa il patrimonio botanico si espande dopo il 1750, a Siracusa l’ampliamento delle specie coltivate è una conquista più recente, avvenuta dopo la metà dell’ottocento, mentre prima si doveva necessariamente attingere al patrimonio di specie mediterranee. Anche nei parchi e giardini più raffinati la flora possedeva una fisionomia molto simile a quella del paesaggio circostante, dal quale differiva sostanzialmente in termini di organizzazione e manipolazione delle essenze (Villa Landolina, Villa Moscuzza, Villa Ortisi).